Museo archeologico

Viale Regione Siciliana

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Per prenotare inviare email al seguente indirizzo: urp.parco.archeo.gela@regione.sicilia.it

Ingresso Gratuito

La sede museale occupa un intero piano di un moderno edificio messo a disposizione dall'Amministrazione Comunale e sito in Viale Regione Siciliana.

Il museo illustra la civiltà del territorio di Marianopoli dalla preistoria all'età ellenistica, con particolare riferimento ai due siti archeologici di Monte Castellazzo e Balate-Valle Oscura.
Monte Castellazzo, posto a nord-est dell'odierno abitato di Marianopoli fa parte del sistema collinare, gravitante sulle vallate del Barbarigo-Belici e del Salìto. La frequentazione del sito a partire da età neolitica (V millennio a.C. circa) prosegue nell'età del rame (notevole il ritrovamento della necropoli riferibile al III millennio a.C.) ed è documentata fino all'età del ferro (VII-VI sec. a.C.). In particolare nel VI sec, a.C. il Monte divenne sede di un abitato indigeno poi ellenizzato, articolato su terrazze digradanti, la superiore delle quali era anche dotata di una cinta muraria di fortificazione.
Tale centro, tradizionalmente identificato con l'antica Mytistraton, ricordata dagli storici antichi Diodoro e Polibio per la strenua resistenza ai Romani al tempo della I guerra punica, visse dunque almeno fino al II sec. a.C.

La montagna di Balate, subito a sud-est dell'abitato odierno di Marianopoli, ospitò a partire dal VI sec. un centro indigeno poi ellenizzato, fortificato da una cinta muraria estesa a includere la sommità e i fianchi dell'altura. Sull'Acropoli dell'antico centro è stata portata alla luce un'area santuariale. Al margine sud-ovest della montagna di Balate si distribuiva poi, entro un'ampia valle aperta a ventaglio e dal suggestivo nome di Valle Oscura, la necropoli riferibile all'antica città. Le sepolture, per lo più assegnabili al VI sec. a.C., si collocavano entro anfratti e ingrottamenti naturali, molto spesso precedentemente utilizzati, in funzione funeraria, in età preistorica (antica età del bronzo).

Le collezioni. I reperti esposti. sono quelli venuti alla luce tra il 1977 e il 1984 nel corso degli scavi effettuati a Monte Castellazzo e a Balate-Valle Oscura dalla Soprintendenza di Agrigento. Oltre a frammenti ceramici neolitici, eneolitici e dell'età del bronzo, il museo espone la caratteristica e prevalente produzione ceramica indigena di età arcaica, che applica a forme di tipo greco quali oinochoai e krateriskoi una decorazione geometrica o vivacemente naturalistica, quest'ultima per lo più col motivo a uccelli dalle code a ventaglio, disposti in lunghi cortei o affrontati in posizione araldica.

L'ordinamento risponde a un criterio topografico; in relazione ai diversi tipi di provenienza, i reperti sono poi esposti in sequenza cronologica.